martedì 30 luglio 2013

Non escludo il ritorno

Ormai mi capita spesso. Quando sono in giro per Milano con il Supercub e mi fermo al semaforo, guardo le motociclette degli altri. Per due anni è stato facile tenere a bada questa vecchia passione, quella per le motociclette. Ora si sta rifacendo viva. Il piacere di salire in sella solo per il gusto di andare, andare verso le montagne, improvvissare un itinerario cercando solo buone curve e bei paesaggi.
L'unica differenza è che guardo motociclette diverse da quelle di allora. Una volta sognavo supersportive urlanti, carenature integrali, tute di pelle da Power Rangers e gomme consumate sui fianchi. Ora sono più attratto da moto dall'estetica vintage, dal trottare piano piano, dall'andare in giro in maniera più scazzata e spensierata.
Sarà l'età dico, ma non solo.
Ultimamente sento il bisogno di stare un po' con me stesso. Di prendere il mio spazio. Ho poco tempo per leggere, per ascoltare musica, per guardare film. La motocicletta ti permette di chiuderti in un mondo molto individuale. La testa nel casco, il rumore del vento e del motore, il caldo dei cilindri e dei collettori che stanca le gambe. In moto hai tempo per pensare, puoi deviare la strada con facilità, parcheggiare (quasi) dove vuoi. In moto sei solo con te stesso e impari a metaforizzare la strada, le curve, il traffico e il clima.
Comincia a mancarmi non guidarne più una da ormai più di due anni, anche se ci sono cose delle moto che invece non mi mancano affatto, come il clonk rumoroso e duro tra la prima e la seconda.
Non escludo il ritorno, come cantava Califano, anche se sicuramente non in tempi brevi. La prima è sempre in basso e non credo di dimenticarlo.

Nessun commento:

Posta un commento