martedì 25 marzo 2014

Ho voglia di stare un po' fuori dal tempo.

E' qualche mese che mi è tornata voglia di orologi. Non che ne abbia una collezione di pregio, ma mi sono sempre piaciuti. Da qualche giorno ho ripristinato il mio vecchio Sector Underlab rosso. Il cronografo non funziona più e il cinturino è molto rovinato, ma al polso fa ancora la sua figura. E poi è un regalo di mia nonna e, nonostante sia morta da quasi dieci anni, mi manca ancora molto. Ripristinare questo vecchio orologio è un gesto che le dedico. Vorrei anche comprarmi un automatico e mi piacciono molto i Seiko, anche per via della mia infatuazione per il Giappone.
Però ho anche voglia di linee vintage ed essenziali e lo Junghans Max Bill Automatic mi affascina molto. Ha una linea che credo sia fuori dal tempo.
Com'è fuori dal tempo ascoltare dischi in vinile, sentire il calore del gracchiare. Non lo so, sono fatto così. I dischi sono più belli da guardare, sono delicati da maneggiare, ti ricordano che sono qualcosa di prezioso, valore che con cd ed mp3 si è perso in maniera drastica.
Tornano voglie sepolte e altre cambiano forma, mutano, sia evolvono ma allo stesso tempo si adeguano alle linee essenziali e vintage di alcuni orologi, al gracchiare dei dischi in vinile.
Mio padre ha in box la motocicletta di mio nonno. Una motocicletta austriaca del 1962. Ferma da quarantanni, ma in buone condizioni e coi documenti in regola. 
Ho amato le motociclette sportive, sportivissime, ma adesso in sella a quelle moto mi vedrei fuori luogo, sono una cosa da schiena buona e cervicale in ordine e io non ho ne l'una ne l'altra. E non ho più voglia di fare km per il solo gusto di farli, ho voglia di guardarmi intorno, di galleggiare tra traffico e decadenza a 70km/h.
Per cui mi è venuta voglia di restaurare questa vecchia motocicletta austriaca, di ripristinare vecchi orologi al quarzo, di rimettermi, la domenica mattina ad ascoltare vecchi lp.
Viaggiamo ad una velocità incredibile, perennemente iperconessi, schiavi di social network, smartphone ed email. Viene voglia ogni tanto di fermarsi, respirare qualche odore che non si sente più, riassaporare sapori che son sempre li, ma non riusciamo più a ritrovare.
Ho voglia di stare un po' fuori dal tempo. Di abbassare drasticamente la velocità. Di fermarmi ad un passaggio a livello, spegnere il motore e aspettare che passi il treno.

venerdì 21 marzo 2014

MasterChef Junior

In questi giorni è partita la nuova edizione di MasterChef Junior. In pausa pranzo, tra colleghi se ne è parlato. Ad un certo punto entra un collega che ha un figlio di 9 anni, età da MCJ. Gli chiediamo se il figlio sappia cucinare e il collega dice che la moglie vorrebbe insegnargli qualcosa perché, dice, da grande sarà avvantaggiato con le ragazze. Sorridiamo a questa affermazione ma il collega continua aggiungendo, sdegnatissimo, che se vede il bimbo ai fornelli fare una cosa da donna strangola la moglie. Con una mano sola che così ci mette più tempo e soffre di più. Cosa si può dire d'altro?

giovedì 20 marzo 2014

Innamoramenti casuali (13)

Guida una motocicletta giapponese di piccola cilindrata, un modello fuori produzione ma ancora bello. Va piano, incerta nel traffico, troppo intenso, dell'ora di punta milanese. Ha le maniche rimboccate, è vestita di nero. Sul manubrio, come se fosse in bicicletta, ha un sacchetto di Ferragamo. Al semaforo mi guarda. Avrà 60 anni.

venerdì 7 marzo 2014

Quassù c'è quasi tutto - Cambiare casa (terza ed ultima parte)

Febbraio è finito, le giornate si allungano anche se rimane il timore di un colpo di coda dell'inverno. Non sto leggendo, non sto guardando serie TV, non sto facendo quasi niente. Ho rispolverato due vecchie passioni ma non sono passioni da mettere in pratica in tempi brevi e ho fatto l'ennesimo trasloco.
L'ultimo.
Alla fine ce la l'abbiamo fatta e con soli 10 mesi di ritardo sui tempi promessi, con 7 di ritardo dai tempi che volevamo e dopo 6 mesi di affitto.
Traslocare, così, diventa difficoltoso. Uno stress mentale non indifferente. Una forzatura. Ma l'importante è essere entrati nella casa che abbiamo comprato, che abbiamo visto diventare realtà passo dopo passo. E' bello, alla fine. Dimentichi (non proprio tutto, sia chiaro) quello che c'è stato tra la prima firma e l'ultimo scatolone che entra dalla porta. Dimentichi gli scazzi, le ansie, le corse, le incomprensioni, le paure. 
Adesso bisogna solo mettere in ordine, abituarsi ai nuovi spazi, ricordarsi dei nuovi interrutori della luce.