Non è che voglio rompere le
palle col fatto che ho un bimbo piccolo. E' che ogni tanto mi va di
esternare dei pensieri, di rendere partecipe il mio folto pubblico dei
cambiamenti della mia vita.
L'altra sera sono stato ad un concerto. D'estate mi piace molto
andare a sentire musica dal vivo in spazi all'aperto, bere birra in
bicchieri di plastica e lasciare che le zanzare si farciscano la bocca
col sangue delle mie gambe.
Mi piace stare un po' distante dal palco, godermi la musica, poi
fare un giro al banchetto dove vendono i dischi e le magliette, se
capita mi piace provare a scambiare due chiacchiere coi musicisti.
L'altra
sera siamo andati al concerto di Colapesce in tre, io, mia moglie e il
famoso bimbo piccolo. Mezz'ora prima della fine del concerto però ce ne
siamo andati.
Un po' la stanchezza della giornata, un po' il fatto che per far
dormire il bimbo eravamo molto lontani dal palco e un po' le zanzare che
al posto di prendersela coi mie polpacci avevano quelli ben più ghiotti
di mio figlio.
Ecco, io una cosa del genere una volta non l'avrei mai fatta.
Doveva accadere qualcosa di grosso, di importante per far si che andassi
via prima della fine di un concerto.
E invece sono cambiato. Priorità diverse, altri pensieri. Inevitabile.
Il cambiamento a volte è vistoso, altre è qualcosa di sottile, per
molti impercettibile. Ma c'è, va affrontato, è inevitabile. Mi ritrovo a
fare cose che non pensavo, a cambiare abitudini senza nemmeno
accorgermene.
Eppure allo specchio mi vedo sempre uguale.
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