mercoledì 20 febbraio 2013

Yasunari Kawabata - Il Paese delle Nevi




Dalla mia camera al 32° piano del Park Hotel di Tokyo potevo vedere molte cose. Il mercato del pesce, la baia di Tokyo, l'isola di Odaiba. Era bello mettersi le cuffiette dell'iPod e decidere di ascoltare la furia dei Mogwai o quella dei Sonic Youth. Tra le cose che si vedevano da lassù c'era anche l'Hamarikyuteien, un curatissimo giardino che fu depandance del palazzo imperiale, proprio ai piedi del quartiere di Shiodome, con i suoi grattacieli a specchio. Passeggiando al suo interno era forte il contrasto tra quello che c'era al di fuori. Il laghetto con le carpe, la sala da the tradizionale e tutto intorno grattacieli con facciate a specchio. La stessa forte contraddizione la trovo nella cultura giapponese. Leggi un manga di 8 volumi su degli improbabili gruppi j-pop, poi un libro su quattro casalinghe che smenbrano cadaveri e poi un libro etereo come questo, storia d'amore irrisolto da un cittadino di Tokyo e una Geisha di montagna a dire il vero un po' beona. Un libro che parla di un amore simbolico e non fisico. Troppo per me ma anche questo è il Giappone. Non il mio preferito.

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