venerdì 22 marzo 2013

L'inadeguatezza degli auguri e dei malauguri.

Il mio collega è una persona strana. Assurda. E' sicuramente un gran professionista, ma non ha nessuna voglia di esserlo. Veste male, con vestiti consumati, che adopera, dice, solo per venire a Milano. Ha problemi seri a relazionarsi con gli altri colleghi. Mangia davanti al pc un panino che gli prepara la moglie tenendo tra le gambe il cestino, in modo da raccogliere le briciole. Ti saluta sempre controvoglia, ma è gentilissimo con i capi. Odia le donne, dicendo che non dovrebbero lavorare per motivi igienici. Anzi, odia tutto, trova sempre qualcosa di negativo. Ma in particolare odia le donne, soprattutto se medici o maestre del figlio. Ieri è morto suo suocero. E' arrivato in ufficio e, tra colleghi, ci siamo alzati per fargli le condoglianze. Ma lui si è messo a gridare, dicendo che ha voluto fargli un dispetto anche crepando. Crepando. Gridava che non l'ha mai sopportato. Poi ha chiamato la moglie più volte e in ogni telefonata chiedeva a che ora fosse il funerale e poi la mandava a fare in culo. Ad una persona del genere non sai cosa augurare. Forse solo del bene, almeno la faresti stare male.

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